La luce laser può sterilizzare l’aria

La pubblicazione di ICGEB conferma l’efficacia del sistema di purificazione dell’aria basato sulla luce media-infrarossa sviluppato dalla ditta italiana K-Laser

Una recente pubblicazione di ICGEB dimostra l’efficacia di un sistema di sterilizzazione dell’aria grazie a raggi laser. Lo studio, uscito sulla rivista Environmental International, è il risultato del lavoro di diversi laboratori dell’Istituto e della collaborazione con la ditta K-laser che ha sviluppato la tecnologia. La conferma scientifica era il passaggio che mancava al prototipo realizzato dalla ditta italiana e che ora è alla ricerca della conferma del mercato. 

La purificazione dell’aria in ambienti chiusi è fondamentale. La pandemia di COVID-19 ha reso chiaro a tutti noi come le particelle liquide che emettiamo quando respiriamo possano essere altamente contagiose. Per evitare la diffusione di SARS-CoV-2 abbiamo infatti dovuto ricorrere a mascherine e quarantene preventive. La disponibilità di un sistema di sterilizzazione dell’aria efficacie ed efficiente potrebbe rappresentare una svolta considerevole per la sicurezza della salute negli ambienti chiusi. COVID-19 però non è la sola malattia a trasmetterisi per via aerea, il batterio della legionella e altri patogeni sono altrettanto pericolosi specialmente negli ospedali. Gli attuali sistemi di purificazione dell’aria si basano su sistemi di filtraggio meccanici contenenti delle particolari membrane. Queste trattengono le particelle di una certa dimensione, tra cui pollini e polveri ma anche le goccioline d’acqua che emettiamo in cui possono essere contenuti batteri e virus. Questi filtri devono però essere cambiati di frequente, cosa che non sempre accade, e smaltiti con attenzione. 

Il sistema sviluppato da K-laser supera molti di questi problemi, eliminando la necissità di membrane e filtri fisici. All’interno del dispositivo l’aria aspirata viene fatta passare attraverso un raggio laser a luce media-infrarossa che distrugge fino al 99% dei patogeni in 15 millisecondi. Il raggio di luce ha l’energia necessaria a causare danni alle strutture biologiche come, per esempio, la rottura dei legami chimici delle proteine causandone così la perdita di funzione. Questi sono i risultati ottenuti dalla proffessoressa Serena Zacchigna e dai suoi collaboratori e pubblicati su Environmental International che confermano l’applicabilità di questa tecnologia ai normali ambienti chiusi che frequentiamo come uffici, ambulatori, sale d’attesa, ascensori, trasporti e perché no anche cinema.

“Da anni collaboriamo con K-laser su vari progetti che sfruttano la luce laser per risolvere problemi biologici” dice Serena Zacchigna. “Questo risultato, ottenuto in risposta alla pandemia da COVID19” continua “è un bell’esempio di quanto sia importante che ricerca e impresa si parlino e mettano insieme le forze per trovare soluzioni brillanti e commercialmente realizzabili. Personalmente è stata una bella sfida riuscire a pensare e poi scrivere un articolo largamente ingegneristico. Per farlo, sia io sia i miei collaboratori abbiamo dovuto abbandonare la nostra comfort zone della biologia molecolare. Abbiamo imparato molto e conosciuto persone interessanti, sicuramente ne siamo usciti arricchiti. Ora speriamo che funzioni e che la fase di marketing ci dia altrettanta soddisfazione, pronti ad investire nel prossimo progetto”.

K-laser, ditta specializzata nella produzione di laser medicali, ha già brevettato la tecnologia e realizzato il primo prototipo. Recentemente anche l’Istituto Mario Negri di Milano e il Politecnico di Milano si sono interessati a questo sistema di filtraggio dell’aria. Ora non resta che aspettare l’applicazione su larga scala.